Sara S.

Tra due giorni saranno passati ben 5 anni dalla mia protesi d’anca. Ricordo quel giorno come uno dei più belli della mia vita. 5 anni fa avevo solo 25 anni. Brevemente riassumo la mia storia. Quando ero più giovane ho praticato rock ‘n roll acrobatico a livello agonistico e il problema ereditario che non sapevo di avere all’anca è gradualmente peggiorato fino a non farmi camminare più.

Ogni visita ortopedica, RX, risonanze ecc che facessi, non mi faceva mai tornare a casa con il sorriso. Ho passato più di un anno e mezzo in cerca di un medico che potesse aiutarmi. Ho girato tutta l’Italia, sono andata fino in Francia per ottenere sempre e solo la solita diagnosi: Coxartrosi e ossa in necrosi.

Nessun medico, però, si assumeva la responsabilità di operarmi perché TROPPO GIOVANE. Il dolore era ormai insopportabile qualsiasi cosa facessi. Negli ultimi periodi non riuscivo nemmeno a piegarmi per allacciarmi le scarpe ed oltre al problema fisico ormai avevo un vero e proprio handicap sociale e soprattutto di coppia. Chi ha problemi all’anca, che sia per cartilagini ormai del tutto consumate, ossa in necrosi, atleti o semplicemente un po’ più in là con l’età e con qualche problemino di osteoporosi, sa di cosa sto parlando.

Finalmente dopo tanta ricerca mi sono imbattuta sul sito del Dott. Filippini. Fin dalle prime visite ho visto subito la disponibilità e l’umanità nel volermi aiutare. La paura era tanta, ma il dolore mi ha fatto prendere quella che è stata LA SCELTA PIU’ GIUSTA CHE POTESSI FARE.

Abbiamo fatto il possibile prima di arrivare alla famosa PROTESI D’ANCA (via testa e collo del femore). Il giorno dell’operazione tremavo ugualmente. Mi sono svegliata dall’anestesia e dopo un paio d’ore ho riacquisito sensibilità lungo tutta la gamba. Già dal giorno successivo le dottoresse hanno iniziato a manipolare la mia gamba, per passare il giorno dopo ancora a camminare con il girello.

Dopo 3 giorni in clinica, mi hanno trasferito in un centro per la riabilitazione dove sono stata seguita meticolosamente in ogni movimento da fisioterapisti giovani e in “gamba”. Le prime due settimane non son state facili, ma ogni piccolissimo miglioramento dal giorno precedente mi dava la forza di impegnarmi e di continuare costantemente nel mio recupero che è avvenuto in tempi piuttosto brevi (dopo un mese e mezzo dall’operazione ero a lavoro).

La mia vita è cambiata grazie ad un piccolo pezzo di ceramica e titanio. Oggi cammino, corro e vado in palestra. Un’anno e mezzo fa mi sono trasferita in Australia. Che dice Dott. Filippini, posso provare a fare surf?

giovane atleta operata di protesi d'anca

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