Come camminiamo? Alla scoperta della locomozione umana

Camminare è per tutti noi un atto semplice e naturale ma se ci concentriamo attentamente sulla dinamica del movimento scopriremo che si tratta di un meccanismo complesso e affascinante, dove ogni parte del nostro corpo è chiamata in causa con uno scopo ben preciso.

I bambini iniziano a camminare all’incirca dopo il primo anno di vita. Non c’è dunque gesto più naturale per l’uomo che, attraverso la locomozione, esprime la più grande conquista frutto di un lunghissimo processo evolutivo: la posizione eretta.

Se dovessimo dare una definizione sintetica diremmo che camminare è il movimento armonico che l’essere umano compie per spostarsi da un luogo all’altro.

Per realizzare questo movimento, però, entra in gioco un complesso meccanismo di precisione, attivato tramite degli impulsi nervosi, che si realizza attraverso una fitta rete di muscoli, tendini, legamenti e ossa. Il risultato è un’azione simultanea e coordinata tra tronco, bacino, arti superiori e inferiori.

Quando si parla più in generale di locomozione umana s’intende lo spostamento del corpo da un punto ad un altro dello spazio e questo può avvenire in tre differenti modalità: la camminata, la marcia e la corsa. Queste attività hanno in comune lo stesso tipo di progressione ritmica alternata tra un piede e l’altro, mentre si differenziano principalmente per il tipo di contatto che il piede ha con il suolo. Nella marcia e nella camminata il contatto al suolo dei piedi è continuativo, mentre nella corsa esiste una fase intermedia di “volo”1 in cui i piedi per un breve attimo non toccano terra.

Cosa succede quando camminiamo?

Analizzare in dettaglio cosa accade durante l’atto del camminare ci fa comprendere appieno quanto raffinato e complesso sia questo movimento, anche se per noi del tutto automatico.

Prima di iniziare a camminare i piedi sono in contatto con il terreno e il corpo è in equilibrio grazie al doppio appoggio. Durante il primo passo il peso del corpo si sposta in avanti, grazie alla rotazione del bacino; contemporaneamente il ginocchio si flette in modo da assorbire parte dello sforzo che dovrà subire il piede.

A questo punto il piede va in propulsione, ovvero dà la spinta per iniziare il movimento finalizzato all’avanzamento:2 il piede si stacca da terra e l’equilibrio grava esclusivamente sulla gamba ancora in contatto con il terreno.

La fase successiva è quella di scambio. Mentre il corpo si sposta in avanti il ginocchio si raddrizza, il piede in volo oltrepassa la gamba di supporto, quella che è ancora in contatto con il suolo, e inizia la fase di appoggio con il tallone.3

Ora la gamba di sostegno è pronta allo scambio, il bacino ruota dalla parte opposta e il piede che sorregge il peso inizia l’alzata del tallone. Parallelamente al movimento del bacino le spalle oscillano dal lato opposto per mantenere il bilanciamento e la spina dorsale resta dritta.4

Durante la fase di scambio, la gamba di appoggio produce un innalzamento che forza una flessione della spina dorsale. Il movimento simmetrico della colonna vertebrale produce nelle spalle una contro rotazione speculare a quella del bacino finalizzata a mantenere il corpo in equilibrio.5

Conoscere il ciclo del camminare è importante anche per comprendere quanto sia particolarmente delicato questo movimento del nostro corpo. Se questo meccanismo si inceppa in qualche suo passaggio la persona può riscontrare problemi di deambulazione che possono anche arrivare a compromettere la sua autonomia e qualità della vita.

Note

  1. Minetti, Alberto. “Deambulazione”, Universo del Corpo, Enciclopedia Treccani.it, 1999
  2. Radice, Marisa. “Dalla biomeccanica alla posturologia: modelli funzionali a confronto per la realizzazione di ortesi plantari podologiche”, Università degli Studi di Genova, 2012-2013, pag. 90-94
  3. ibidem
  4. ibidem
  5. ibidem

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